lunedì 19 novembre 2012

Volete una città legale o illegale ?



Non si tratta di fare il punto di una situazione perché quello che conta della questione Marina non è l’inizio o la fine ma il percorso. La comunicazione e le dichiarazioni di questi giorni, rappresentano il famoso gioco di carte detto della scelta forzata. Volete per esempio far scegliere a qualcuno il re di cuori. Allora cominciate col dire: preferisci i rossi o i neri ? Se l’altro risponde i rossi, voi ritirate i neri dal tavolo; se rispondete i neri li prendete, e quindi in ogni caso li ritirate. Non resta che continuare in questo modo: preferisci i cuori o i quadri ? Fino al momento in cui si chiede: preferisci il re o la regina di cuori ? La macchina binaria funziona così e ubbidisce ad altri scopi. Oggi si domanda: ”preferite riavere la Marina o non avere la Marina ? Ed il discorso è stato spossessato del reale valore della questione. L’abuso c’è, i vincoli ci sono, i soldi sono stati sprecati, i responsabili devono essere perseguiti, il danno deve essere pagato, un danno sia economico che di immagine della città che ha dimenticato il punto di partenza, la domanda iniziale: Volete una città legale o illegale ? E la risposta univoca è stata: “legale”, ma la carta è stata ritirata dal tavolo. Essere di sinistra, è innanzitutto una questione di percezione. Si percepisce innanzitutto l’orizzonte, si percepisce all’orizzonte. Si vede prima di tutto “il paesaggio”, il territorio  del Comune, lo sviluppo urbano, le norme di tutela, e si capisce che sono quelli i problemi da risolvere e di cui l’informazione dovrebbe parlare. Al contrario, le dichiarazioni di parte hanno ridotto l’attenzione ad un argomento di comodo e di interesse, l’apertura della Marina, nascondendo gli effetti della auspicata cancellazione dei Vincoli che comporterebbe la riapertura della Gara della Sala della Danza, del progetto del Multisala, nati e cresciuti sotto la Giunta Moscherini, e svincolerebbe l’edificazione della zona della Variante 31. La stessa tecnica comunicativa viene utilizzata per la questione Urbanistica in cui l’attenzione è dirottata sulla scelta a favore di due Piani di Zona (Cappuccini, Biancalano) e contro altri due Piani di Zona (S. Liborio, San Gordiano). Al contrario percepire innanzitutto l’orizzonte, comporterebbe la scelta della pianificazione dell’edilizia per l’emergenza abitativa, attraverso l’individuazione delle aree necessarie per l’attuazione delle costruzioni ATER, e la realizzazione dei programmi delle Cooperative sovvenzionate dalla Regione Lazio. Essere di sinistra significa perseguire lo sviluppo urbano in equilibrio tra pubblico e privato. Al contrario gli uffici dell’attuale amministrazione hanno investito energie e tempo finalizzate alla c.d. sanatoria giurisprudenziale per sanare l’abuso edilizio dell’edificio di via XXIV Maggio. Hanno lavorato in direzione opposta alle richieste della Regione Lazio riguardo la costruzione di via Adige, edificata con permesso di costruire annullabile, non considerando le dichiarazioni di illegittimità del permesso di costruire, contenute nella perizia del Consulente Tecnico e nella richiesta di archiviazione della Procura.
Le urgenze affrontate dall’attuale amministrazione non hanno prodotto atti ufficiali ma solo dichiarazioni sulla stampa che uccidono i vincoli di tutela del paesaggio, dichiarano le intenzioni di annullare gli abusi edilizi e garantiscono la continuità agli strumenti di pianificazione illegittimamente adottati dalla amministrazione Moscherini.  
L’idea del cambiamento non attraversa un buon momento ed a preoccupare sono le dichiarazioni degli avvocati, dei Dirigenti in pensione, degli ex tecnici comunali. A lasciare molti interrogativi sono le affermazioni del Delegato all’Urbanistica: "Daremo agli imprenditori la certezza del diritto che finora è mancata in questa città". I volti degli attori tradiscono la loro età, sono coloro che hanno esercitato la loro professione, guidato e governato la nostra città ma dalle loro parole è come se tutto sia accaduto a loro insaputa, è come se tutto avesse avuto inizio un bel giorno del maggio del 2012.

MP

domenica 4 novembre 2012

Il momento delle scelte

In prima linea, il problema dei lavoratori e il rischio della perdita del posto di lavoro. Contemporaneamente si rilanciano accuse alla passata amministrazione per la modalità clientelare di assunzione. Ognuno di questi punti di vista purtroppo tace la questione dei disoccupati, elude la questione di coloro che non hanno avuto intercessori per pervenire ad una illegittima assunzione, loro non risultano il problema devono solo restare “la brave gente”.
Nell’economia edilizia, si rileva la questione degli interessi dei Costruttori, del rilancio dell’economia delle imprese, dell’aspettativa delle cooperative per l’attuazione di progetti sulle aree PEEP. Viene posta quale prioritaria la questione dei diritti edificatori ottenuti con la presentazione dei progetti, adottati dalla Pubblica Amministrazione “Moscherini”, e allo stesso tempo si urla contro le modalità “inconsuete” e le procedure illegittime. In questo modo, la questione del mercato immobiliare rappresentata dall’elevato numero di alloggi invenduti, l’assoluta insufficienza dei servizi e delle aree non sono un problema. La questione dei partecipanti agli Avvisi Pubblici per l’offerta di aree per il PEEP e per la proposta di aree per Programmi Integrati che si sono visti bocciare le proposte, non esistono così come non esistono coloro che hanno letto in modo corretto la illegittimità delle scelte urbanistiche perpetrate dall’amministrazione Moscherini ed hanno scelto di non partecipare. La stragrande maggioranza delle persone ha compreso che le regole del gioco non sono state rispettate. Sostituite con un “fai da te” sono stati favoriti in ogni settore e modo, i propri adepti a danno degli altri, premiando la fedeltà di gruppo sul merito.
La scelta della strada dell’Interpretazione delle regole è madre della storia di Civitavecchia. Il ricorrere ad ogni sorta di argomentazioni gridando alla crisi dell’economia imprenditoriale, denunciando il collasso del mondo del lavoro, rende evidente la volontà di perseguire la strategia del cambiare tutto perché nulla cambi. In questo appiattimento naufraga la volontà di cambiamento. La gente oramai “pensa” e pensare significa “potere”, significa che si scoprono i problemi e si individuano le scelte e le situazioni artefatte che nascondono le altre possibilità.
Cambiare si può e le speranze hanno bisogno di uomini coraggiosi e di scelte coraggiose.

MP

mercoledì 31 ottobre 2012

Un nuovo tipo di discorso

Da un governo di sinistra molti si aspettano un nuovo tipo di discorso. Un discorso molto vicino ai movimenti reali e pertanto capace di conciliarsi con questi movimenti costituendo quelle scelte di indirizzo compatibili con essi.
Ad esempio lo sviluppo urbano del comune di Civitavecchia. Quando con il programma del centro sinistra si disse:” In mancanza di crescita demografica, di case che non vengono vendute e di un problema abitativo che ha assunto da tempo rilievo emergenziale, appare doveroso proporre un’idea di città indirizzata al risparmio di suolo e al prioritario sviluppo dell’edilizia sociale”; era già un nuovo tipo di discorso. Questo significava: anziché far finta di ignorare i movimenti reali per farne oggetto di negoziati, ci si orienta subito verso il riconoscimento del punto di arrivo, cosicché il negoziato si svolge in vista di questo punto di arrivo, concesso in anticipo e prima delle elezioni. Si negozierà sui modi, i mezzi, la velocità per attuare la trasformazione della città.
Al contrario oggi assistiamo alle rimostranze secondo cui, in base ad un vecchio metodo, non bisogna mai parlare di rispetto delle procedure, di consumo di suolo contenuto, di operazione di trasparenza, anche quando le si sa ineluttabili, mentre si tratta invece di farne la posta in gioco di durissimi negoziati. La tecnica di opporsi ai movimenti è comunque volta al perdurare della situazione attuale senza la fatica e l’impegno per un cambiamento. Gli incontri e le discussioni in consiglio comunale riguardano singolarmente i Piani di Zona, dimenticandosi per un attimo che sono contenuto e parte integrante della Variante adottata illegittimamente perché fuori i termini di legge. Aderire al movimento oppure arrestarlo, due tecniche politicamente diverse.
Sul versante dei movimenti si devono imporre i dati, non solo di una situazione, ma di un problema. Rendere visibili cose che non lo sarebbero state in condizioni diverse. Sul problema urbanistico della c.d. Variante alla Variante 29 è stato detto a un certo momento, la variante non è stata mai inviata alla Regione. Ma perché è stata adottata ? Perché non è stata immediatamente ritirata quale atto illegittimo per la sua adozione non conforme ai termini di legge ? Perché le aree del Piano di Zona con la variante alla variante 29 vengono trasformate da agricole a residenziali ? Perché senza l’attuazione del Piano di Zona numero 10 e numero 11 (ndr. Don Milani) si consuma nuovo territorio per l’edilizia economica popolare ? Chi è stato ad impostare questo disegno di sviluppo residenziale ? Chi è che si sta affannando ad affermare che il Piano di Zona è altra cosa rispetto la Variante alla Variante 29 ? La Pubblica Amministrazione rifiuterà queste domande. Perché se queste domande sono fondate, nel precisare i dati si porta alla luce un problema che l’amministrazione vuole nascondere. Una volta posto, infatti, il problema non potrà più essere eliminato, e la pubblica amministrazione sarà costretta a cambiare discorso.

Architetto Massimo Pantanelli

lunedì 15 ottobre 2012

Discontinuità o no ?

Domani, Martedì 16 ottobre 2012 ore 18.00 incontro di maggioranza sull’Urbanistica.
La città attende dall’istante immediatamente successivo all’insediamento del Sindaco Tidei, il segnale di discontinuità riguardo l’idea di sviluppo urbanistico inventato dall’Amministrazione Moscherini.
La Variante alla Variante 29, con un milione e quattrocentomila metri cubi di nuove volumetrie, (1.400.000), che è stata dichiarata illegittima nel 2010 dalla Provincia, ed è stata oggetto di battaglie consiliari da parte della sinistra, è ancora valida.
L’amministrazione ha raccontato della complessità della materia e della necessità di trattare insieme agli uffici ed ai dirigenti l’aspetto amministrativo degli atti, ha tentato in ogni modo di lasciare credere l’impossibilità di un’azione immediata. Niente di più lontano dalla fattibilità di una scelta politica per annullare un atto adottato fuori i termini di legge. Giunti ad oggi ci si attenderebbe una qualche presa di posizione. Al contrario il nulla, non si pronuncia l’amministrazione ma neanche i sostenitori del no alla Variante alla Variante 29. Il silenzio coglie di sorpresa chi ha letto nel programma di coalizione del centro sinistra e nelle dichiarazioni del Sindaco, parole chiare riguardo l’annullamento di tutti gli atti Urbanistici illegittimi. Al contrario tutto è fermo ed il tempo scorre. Pericolosamente si tarda ad annullare in autotutela gli atti e le delibere lasciando che il tempo favorisca gli interessi dei privati che hanno atti con firme, e delibere che volgono a loro favore. Deve essere chiaro a chi non conosce, che domani sarà tardi per fondare gruppi facebook o comitati contro questo e quell’altro, e la responsabilità del consumo di territorio per una superficie di 84 ettari da ricoprire con 1.000.000 (ndr. un milione) di metri cubi di edifici residenziali, oltre a circa mezzo milione di metri cubi di volumetrie a servizi, non sarà solo responsabilità dell’Amministrazione Tidei ma anche di tutti quelli che hanno perso l’occasione di agire quando il danno non era ancora stato fatto.
L’urbanistica è lo specchio della società, è l’economia di una città, e la scelta del silenzio descrive il pericolo del permanere delle iniquità perpetrate dalla scorsa amministrazione.
Qui ed ora non è più il tempo di giustificare l’amministrazione per il poco tempo trascorso dal suo insediamento, perchè il contenuto degli atti è stato studiato e criticato dall’intera opposizione nei consigli comunali sin dal 2010. Qui e ora per l’Urbanistica scade il termine per abbandonare il sistema economico speculativo fondato sulla rendita dei terreni. Qui ed ora il Sindaco, l’assessorato all’Urbanistica, il Delegato all’Urbanistica, i consiglieri e i partiti di coalizione, hanno a disposizione il tempo di cambiare rotta come unica via di uscita dall’alto tradimento delle politiche di tutela del territorio, scritte nel programma e dichiarate a mezzo stampa. Solo attraverso l’agire daranno le risposte conseguenti alle idee propagandate in campagna elettorale grazie alle quali hanno ottenuto i nostri voti. Solo in questo modo potranno evitare di far sentire ai loro elettori il disagio per la scelta politica compiuta”.

Architetto Massimo Pantanelli

sabato 8 settembre 2012

Perchè, perchè, perchè...?


Perchè, perchè, perchè...?
Il comitato elettorale Pietro Tidei ha parlato di Via Pinelli e dei dubbi sulla legittimità della sanatoria:‘‘improvvisazione’’ dell’amministrazione nella vicenda, «pronti a risolverla, una volta eletti, con umiltà e competenza» 27 marzo 2012; Pietro Tidei:”Non da meno, provvederemo immediatamente a ritirare tutte le delibere riguardanti l’urbanistica” 22 maggio 2012; Nota dell’opposizione:“E' bastata la nomina a delegato all'Urbanistica di un suo fido tecnico,  che in tutta fretta e nel silenzio, venisse trasmesso alla Regione Lazio, per le verifiche di legge, il Piano di Zona 167 n.15 "Biancalana", facente parte del nuovo Piano per l'Edilizia Economica e Popolare (PEEP) adottato dalla precedente amministrazione” 31 luglio 2012.
Perché non è stata ritirata e/o annullata in autotutela la DCC n. 146 del 22.12.2008 e la successiva DCC n.70 del 02.08.2010 le quali hanno avviato nella pratica urbanistica la deregolamentazione attraverso l’approvazione di edifici su c.d. “lotti interclusi”? Le suddette delibere sono figlie di una lettura dell’urbanistica del tutto illegittima e sono innovatrici delle norme di attuazione del Piano Regolatore così come sostenuto dalla Regione Lazio; ma allora perché le si continua ad applicare per il rilascio di innumerevoli permessi di costruire? Perché per il palazzo di via Adige, alla luce delle considerazioni di illegittimità contenute nella relazione della CTU, del Procuratore e della Regione Lazio non si emette l’ordine di demolizione? Perché la Variante alla Variante 29 illegittima per ammissione della stessa Provincia di Roma non è stata ancora ritirata? Perché insieme alla Variante alla Variante 29 non è stato ritirato il PEEP 4 adottato non nei termini di legge? Perché sotto lo sguardo sgomento di tutti è stato inviato in regione un pezzo di PEEP 4 e perché proprio quello in località “Biancalano”? Perché il Programma Integrato denominato “Boccelle Bassa”, alle spalle del porticciolo  Riva di Traiano, non è stato annullato per la mancata conformità paesaggistica dell’intervento, seppure esso ricada in un’area che ha il vincolo di 0,001 mc/mq di edificabilità e per lo stesso motivo è stato annullata la Gara della Cittadella dello Sport e non è stato possibile costruire la Multisala? Perchè non è stato ancora ritirato il “Piano di Edilizia Privata e Sociale San Gordiano tre” in quanto l’area in oggetto è attualmente Zona Agricola per cui una eventuale trasformazione in zona residenziale può avvenire esclusivamente con la procedura di Variante al Piano Regolatore Generale? Perché non sono stati ancora ritirati i Programmi Integrati che ricadono sulle aree interessate dal Vincolo di Rimboschimento le quali devono essere intese come zone omogenee “E” ovvero “zone agricole” e per questo sono da ritenersi inammissibili per l’attuazione dei programmi integrati? Perché non sono stati ritirati i Programmi Integrati che utilizzano gli spazi verdi liberi tra viale M. Villotti e via E. Berlinguer, l’area verde sotto il Faro vicino le scuole, il verde sul lato di via Novello e di via dei Gladioli a San Gordiano, sottraendo spazi pubblici? Perché non è stata annullata la Delibera di Giunta Comunale del 25.01.2012 con la quale è stato approvato, ai sensi dell’articolo 1 Bis, comma 1, della Legge Regionale n. 36 del 1987, il Programma Integrato di intervento da attuarsi in via Don Milani? Possibile che ad oggi non si sia valutata annullabile la suddetta DGC del 25.01.2012 che approva un Programma Integrato come conforme allo strumento urbanistico generale (ndr.in base all’articolo 1 Bis della L.R. 36/87) quando al contrario, l’area è oggetto del Piano di Zona per l’edilizia pubblica residenziale denominato PZ 11? Perché al contrario non viene data attuazione al PEEP 3 in zona n.10 denominato Poligono Due ed in zona n.11 denominato Don Milani vigente ed attuabile dal luglio del 2000? Perché non viene data attuazione, all’interno del PZ n.10 Poligono Due, ad un edificio per 16 alloggi per cui il Comune ha pagato 3916,80 euro per la relazione geologica, 14.565 euro per la redazione del progetto strutturale e 15.356 euro per la progettazione architettonica ed impiantistica? Perché si è avviato un nuovo Avviso Pubblico per il reperimento di aree per l’edilizia pubblica PEEP 4, quando non era ancora esaurita la potenzialità edificatoria delle aree per l’edilizia popolare del PEEP 3?  
Architetto Massimo Pantanelli

giovedì 6 settembre 2012

Attenzione ! colpo di spugna in agguato.


Attenzione ! colpo di spugna in agguato.
Tidei: "A giugno inaugureremo la nuova Marina" 22 maggio 2012; Consigliere comunale F.L.:“Abbiamo presentato alla fine di luglio un’istanza alla Soprintendenza per portare a conclusione quel protocollo di intesa stipulato con la passato amministrazione e la Regione Lazio, ossia per terminare il nuovo progetto di tombatura dei locali e di realizzazione del declivio verde sovrastante». La Soprintendenza avrà tempo 90 giorni per esaminare la richiesta. «Il nostro interesse - ha chiarito il consigliere comunale - è quello di restituire la Marina alla città. Non credo che qualcuno fosse interessato a farsi carico di milioni di euro per demolire la struttura e realizzarla da zero» 27 agosto 2012.
Quale “istanza” a norma di legge è stata presentata alla Soprintendenza per portare a conclusione il “protocollo di Intesa” tra passata amministrazione e Regione ? Che valore ha il c.d. “protocollo d’Intesa” ovvero un accordo tra Comune, che ha commesso un abuso paesaggistico, e Regione Lazio, che rilascia l’Autorizzazione paesaggistica? Siamo di fronte ad un Abuso Paesaggistico ma chi sono i responsabili? Perché non viene detto che senza la necessaria demolizione dell’abuso, non avrà senso la richiesta di quanti oggi in buona fede propongono che chi ha sbagliato paghi? Perché non si informano le persone che se verrà accettata l’invereconda domanda di “sanatoria” e tutto rimarrà così com’è, non pagherà nessuno? Anzi, pagherebbero ancora i cittadini, tramite il Comune, una sanzione amministrativa fino a 20.000 euro, ma perché non viene detto che di conseguenza nessuno sarebbe mai chiamato dalla Corte dei Conti a rispondere personalmente dei milioni di euro spesi per costruire e demolire un’opera inutile e abusiva? Perché si crede  che non sarebbero i responsabili a farsi carico dei costi della demolizione? La legge Italiana non ammette le Sanatorie ex post per gli Abusi Paesaggistici, perché allora il Comune persegue gli stessi obiettivi attraverso gli stessi metodi dell’Amministrazione Moscherini? La soprintendenza avrà 90 giorni per esaminare “la richiesta” ma in termini di legge che nome si può dare a questa “richiesta” visto che non può denominarsi Accertamento di Conformità Paesaggistica? L’abuso paesaggistico della Marina è insanabile per legge, perché il Comune continua a perseguire l’illegittima procedura di sanatoria ex post che implicherà atti amministrativi illegittimi ed una sanatoria apparente? Ma se tali atti illegittimi verranno rilasciati dalla Regione Lazio ed il Comune attuerà lavori di Sanatoria ex post con i soldi pubblici, quale immagine di legalità potranno dare i “giovani consiglieri”? Quali soldi verrebbero utilizzati per gli eventuali lavori di Sanatoria ex post senza denunciare l’uso illegittimo di soldi pubblici per una Sanatoria fuori legge? Quanti soldi sono stati spesi sino ad oggi? Quanti soldi ha ricevuto l’impresa aggiudicataria dei lavori della Marina? Quanti soldi restano nelle casse del Comune a disposizione dell’ultimazione dei lavori? Sono stati mai effettuati i collaudi tecnico-amministrativi previsti per i pagamenti alla ditta esecutrice? Come mai solo oggi si verificano incongruenze tra le misure delle tubazioni fognarie di progetto con le misure dei tubi messi in opera? Quali garanzie della corretta esecuzione a “regola d’arte” delle opere sono in possesso e documentate presso il Comune? Sono stati eseguiti i collaudi delle opere aperte al pubblico transito? Il Comune non è interessato alla verifica dei costi sostenuti per la realizzazione di un progetto privo di pavimentazione in legno “IPé”, senza le bolle luminose in policarbonato, senza il pontile di circa 141 mt sul mare, senza il palco per rappresentazioni, senza la pavimentazione della piazza prospiciente forte Michelangelo in tozzetti di travertino bocciardato con larghe fasce di marmo, con la riduzione della superficie di intervento che passa dagli iniziali 55.600 metri quadrati agli attuali 33.600 ? Non incuriosisce la Pubblica Amministrazione il fatto che, nonostante tutte queste riduzioni, i costi siano rimasti inalterati?
Architetto Massimo Pantanelli

mercoledì 5 settembre 2012

Così le parole “disarmano”


Così le parole “disarmano”
Comunicato del Pincio:“Il mercato ittico sarà pronto fra 3 mesi” 21 giugno 2012; «Inoltre - conclude Mencarelli - stiamo attendendo il nulla osta della Soprintendenza per i Beni Culturali per quanto riguarda piazza Regina Margherita» 27 agosto 2012;”Il Comune ha accettato con ritardo la presentazione delle polizze da parte della ditta impegnata nei lavori di restyling. I lavori di riqualificazione procedono secondo il programma stabilito dal Pincio” 27 agosto 2012; «C’è una lettera tassativa della Asl in merito a questa richiesta dei mercatali - spiega - che spiega l’impossibilità della delocalizzazione dei bagni, stessa cosa per quanto riguarda l’ortofrutta, la Asl, ci impone di toglierli dalla strada, la revisione totale del progetto - prosegue Mencarelli - porterebbe ad uno slittamento dei lavori di almeno un anno» 27 agosto 2012.
Quanti soldi rimangono a disposizione della Pubblica Amministrazione per i lavori da portare a termine per il progetto del Mercato? Quanti soldi sono stati spesi e con quali e quanti Stati di Avanzamento dei Lavori (SAL) sono stati versati all’impresa? I lavori del progetto del Mercato sono iniziati con le necessarie autorizzazioni e la necessaria Autorizzazione Paesaggistica? Chi doveva controllare? Quali sono le prescrizioni contenute nell’ Autorizzazione Paesaggistica riguardo il Mercato del Pesce, il mercato coperto e Piazza Regina Margherita? Le prescrizioni della soprintendenza riguardo il Mercato del Pesce escludono oppure non escludono la possibilità di ricostruire le edicole sul prospetto? Come si procederà alla localizzazione di tutti gli operatori dell’orto-frutticolo che nel progetto originario erano destinati a Piazza XXIV Maggio oggi esclusa e cancellata dal progetto in quanto “non conforme alle norme di Piano Regolatore”? Dove andranno a finire gli operatori dell’orto-frutticolo visto che la ASL prescrive che siano spostati dalla strada? Perché esiste un secondo progetto preliminare del 10 ottobre 2010 ed un secondo progetto definitivo del 30 novembre 2010 su Piazza Regina Margherita che prevede una ulteriore spesa di 1.200.000 euro? Perché si legge nelle dichiarazioni dei tecnici che si è in attesa del nulla-osta paesaggistico per Piazza Regina Margherita se il progetto del Mercato è uno ed una doveva essere l’autorizzazione paesaggistica? L’autorizzazione paesaggistica richiede necessariamente una visione ed una analisi di insieme del progetto ma dalle dichiarazioni si deduce che le autorizzazioni sono multiple e non sono state rilasciate nello stesso momento ma allora se manca l’autorizzazione per Piazza R. Margherita vuole dire che sono stati iniziati i lavori in assenza di Autorizzazione? Perché senza poter fare nulla, gli operatori del Mercato dopo anni di ritardi e problemi sul cantiere si ritrovano imperturbabili lo stesso direttore dei lavori e lo stesso interlocutore, questa volta nelle vesti di dirigente dei lavori pubblici? Com’è possibile accertare la mancanza delle Polizze assicurative e fidejussorie senza accertare le responsabilità? com’è possibile accertare che alla ditta romana è stato reso possibile lavorare per quasi quattro mesi all’interno del mercato sprovvista di cauzione, polizza R.C.T. e polizza C.A.R. ed oggi non si senta l’obbligo di accertare le responsabilità? com’è possibile accertare che i lavori sono andati a rilento senza accertare le responsabilità? com’è possibile constatare che il progetto stava per essere realizzato senza autorizzazione paesaggistica e con il mercato dell’orto-frutta senza la conformità urbanistica senza che vengano accertate le responsabilità?
Architetto Massimo Pantanelli